Permesso mi scusi,
non passo, son grasso,
la dieta la lascio!
La gente mi opprime, non sento le rime,
gesticolo svelto, ancora mi pento di aver tralasciato un altro gelato.
Là, sopra al bancone, la tavola è piena, imbandita, stracolma
di mere delizie, leccornie, dolciumi che non si può dire.
Io provo, mi muovo, ma in mezzo alla gente, non riesco a far niente.
Son stretto, costretto, mi pargo insaccato, un vero reato
non riesco a raggiunger nemmeno un cracker salato!
Il caldo che sale, rumore di pane, croccante, fragrante
lo voglio assaggiare.
Eppur nella stanza non c’entra la panza
che sbatte, si infrange sull’orrida gente, che tasta e che mangia,
che parla e sputacchia.
Tra panna montata, cannoli alla crema c’è forse là in fondo un posto riposto dov’anche pur io potrei benestare?
Un angolo stretto che in ultima istanza permetta alla panza
di accogliere ancora qualch’etto di manza?
Quell’angolo aspiro,
con lento sospiro, mi metto in cammino
e come un budino pian piano traballo,
la folla si scosta, fa spazio alla ossa,
che muovo pesanti, trascino ansante.
Sorrido, son lieto, la folla sorride, è gentile,
immagino già il sapore sublime.
Ma ahimè, tutt’un tratto, il piede distratto si posa su candida cosa,
un pezzo bagnato di bianco cioccolato, caduto di bocca, da labbra ingorda,
mi spinge a cadere su chiappe e sedere.
Mi trovo di nuovo sommerso di folla, la gente mi copre, mi pesta, mi incolla,
ma io non ci bado, mi scuoto, mi giro
e con largo sorriso mi porto alla bocca le dita paffute
bagnate, zozzate di sporco biancume.
Fantastica😄
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