Sul collo l’impronta di una mano, l’ugola fatica a deglutire mentre intorno le luci sfavillano.
La violenza di un abbraccio ostentato mi rimbomba nella testa. Volti inespressivi riflettono vetrine e il muro dell’incomprensibilità si stende pietoso. La fiducia è persa in un oceano di sorrisi posticci che violentano l’anima; mani senza occhi.
La brutalità del mondo è all’ordine del giorno, una zuppa amarissima dolcificata all’aspartame.
Stai serena: quest’anno la cena aziendale non si fa (e quello che hai visto è solo un brutto ricordo).
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