Nelle tue iridi cerulee, ci ho visto il mio riflesso: mollemente mi ha mostrato l’apatia del mio essere natalizio.
Del Natale ricordo l’odore acree del sughero, marcio di vino, e il fumo denso di un camino appena acceso che brucia gli occhi, lucidi di freddo e aspettative.
Gli animi sono inebriati dallo spirito, dell’alcool e dall’euforia delle natalizie, lagne.
Scorre placidamente vinello, straripa fuori dai bicchieri della cristalleria di nonna Pina e bagna la tovaglia, rossa, che diventa ancor più rossa.
Fuori è bianco. Nevica.
Lacrime ghiacciate dal cielo, sul volto di un senzatetto, lavano visi puliti di bambini;
nei prati gli uomini, di neve, incontrano gli angeli, di neve.